Palio dei Micci

Palio dei Micci di Querceta (Lucca)Le Origini

Il “Palio dei Micci” (un miccio, in vernacolo versiliese, è un asino) è una manifestazione a carattere storico-folkloristico organizzata dalla Pro-Loco di Querceta (LUCCA).

Sorta nel lontano 1956 per iniziativa di un gruppo di persone del Comitato Cittadino Pro-Querceta guidate dal Barone Rodolfo Cope, che organizzarono nel paese la prima edizione. Gli abitanti della piana, dopo aver sparso la notizia, si organizzarono così in diverse contrade, Leon d’Oro, Lucertola, Ponte, Pozzo, Quercia e Ranocchio alle quali si aggiunsero nel 1957 la Madonnina (presente anche nel 1956 ma non ammessa alla corsa – vedi Origini della Contrada La Madonnina) e nel 1958 la Cervia.
Le Contrade dettero poi vita, nel 1957, già dall’anno successivo del 1° Palio dei Micci, anche al Festival del Miccio Canterino.

Manifesto Ufficiale del Palio dei Micci di Querceta (Lucca)

Manifesto Ufficiale del Palio dei Micci di Querceta

Nato quasi per scherzo, ma con finalità turistiche e quale corollario alla festa patronale di San Giuseppe del 19 marzo, le prime due edizioni si svolsero lungo via Catene, in un piccolo campo della misura d circa mt. 80 per 50, in località di Marzocchino. Un fazzoletto di terra adibito alla meglio a campo da calcio, di proprietà della Parrocchia di Ripa.
Successivamente, la piccola ma già amata manifestazione, si spostò già dalla terza edizione, negli ampi campi della località di Pozzi del tempo, in via Trieste, nel campo del “Cavaliere”, luogo dove oggi sorge lo stadio comunale del “Buon Riposo”.

Il 1961 passa alla storia come l’anno del “Palio Scovato”, mutuando il termine dall’àmbito locale (“scovato” infatti, in versiliese, significa anche “bagnato, fradicio”), proprio perché durante lo svolgimento della manifestazione un forte e improvviso acquazzone rovinò in poco tempo gran parte dei costumi storici e quella che poteva sembrare una giornata di festa primaverile. L’edizione fu così annullata poiché nessuna contrada riuscì a riparare in tempo i danni che la pioggia aveva provocato ai loro costosi abiti.

Stadio Buon Riposo (60° Palio dei Micci - 2015)

Lo Stadio Buon Riposo, dal 1966 sede del Palio, pronto per ospitare il 60° Palio dei Micci (2015)

Nel 1964, l’indisponibilità del campo del “Cavaliere” dovuta ai lavori per la costruzione dello stadio comunale, portò gli organizzatori a svolgere la manifestazione proprio nel centro di Querceta. Il percorso che si snodava tra piazza Matteotti, via 1° maggio, piazza Pellegrini, via F.lli Rosselli, via Mordure, via Don Minzoni e arrivo di nuovo in piazza Matteotti (mt. 650 circa), vide l’unica edizione della corsa “a cronometro”.

L’anno successivo, il Palio fu invece corso in località Marzocchino, con un percorso che si snodò tra via di Seravezza, via Menchini e via Pozzi (oggi via Salvatori).

Dal 1966 in poi, il Palio dei Micci si è quindi sempre disputato e corso allo Stadio “Buon Riposo”, posto tra via Buon Riposo e via del campo nella frazione di Pozzi.

L’articolo de “Il Tireno” del 17 Ottobre 1984 nel quale si annuncia il cambio di data del Palio dei Micci all’ultima domenica di Maggio.

L’articolo de “Il Tireno” del 17 Ottobre 1984 nel quale si annuncia il cambio di data del Palio dei Micci all’ultima domenica di Maggio.

Nata, come detto, in data prossima al 19 marzo, dopo i primi due anni si è passati ad altra data. Per molti questa è stata la seconda domenica dopo la Pasqua; poi l’ultima domenica di maggio e quindi, definitivamente, la prima domenica di maggio, giorno nel quale ogni anno, migliaia e migliaia di spettatori provenienti da varie regioni italiane assistono alla manifestazione.

Col passare degli anni, il Palio dei Micci si è inserito autorevolmente, per grandiosità di spettacolo, nel solco delle tradizioni storiche della Toscana e divenne la prima manifestazione di questo genere della Provincia di Lucca.

La rappresentazione ricalca il cliché delle rievocazioni medievali e rinascimentali. Il pregio principale sta però nel suo carattere schiettamente popolare, posto molto bene in risalto dalla massiccia partecipazione dei contradaioli (ben oltre duemila) alla sfilata in costume storico che si svolge anche per le vie del paese, e alla corsa per la conquista dell’ambito gonfalone.

Silvano Alessandrini

Un’immagine del miccio canterino 1975 all’allora teatro Marconi di Querceta con al completo la compagnia dialettale “Spensierata Gioventù” di Silvano Alessandrini (in primo piano, in basso a sinistra)

Fu il poeta locale Silvano Alessandrini, cultore massimo delle nostre tradizioni, che grazie al proprio acume, giunse all’estrema perfetta sintesi con l’ormai storica definizione: “Il miccio d’è la scusa”, ad indicare che il Palio dei Micci e la relativa corsa degli asini, sono da sempre, la “scusa per scendere in piazza”, un volta l’anno, vestiti nei panni della fantasia e della tradizione, a ripetere avvenimenti passati alla storia o più semplicemente leggende o credenze tramandate dalla voce popolare. Nel palio, spesso, il serio si mescola a faceto. Si inventano storie e personaggi; se occorre si attribuiscono fatti inventati a personaggi realmente vissuti.

L’avvicinamento al Palio

Una fase dei lavori per la realizzazione del tema del 60° Palio dei Micci (2015)

Una fase dei lavori per la realizzazione del tema del 60° Palio dei Micci (2015)

La strada di avvicinamento al giorno del Palio è ricca di impegni e sacrifici per le contrade che lavorano costantemente per migliorare il proprio corteo storico, la propria rappresentazione e per la ricerca della miglior abbinata miccio e fantino per la vittoria della corsa. Si può dire che già dal lunedì seguente al Palio (se non dalla sera stessa…) si inizia a discutere su idee e accorgimenti possibili per migliorare il risultato ottenuto nella manifestazione appena conclusa, fino ad arrivare al mese precedente il Palio dove l’impegno diventa sempre maggiore, con i vari contradaioli che si inventano “tuttofare”  per ideare e costruire in modo autonomo le varie “strutture” del tema, e perché tutto risulti perfetto per il “gran giorno”.
Un mese quindi molto importante per l’esito della manifestazione, che si conclude al sabato sera precedente al Palio dei Micci, con le vare contrade che organizzano la tradizionale cena propiziatoria detta anche “Veglia del Palio”, alla quale partecipano tutti i contradaioli nella speranza che la festa continui anche il giorno seguente.

Benedizione dei Micci (60° Palio dei Micci - 2015)

La tradizionale benedizione dei micci del 60° Palio dei Micci (2015)

Come abbiamo detto, la fase principale del Palio dei Micci si svolge la prima domenica di Maggio, nel pomeriggio, allo stadio Buon Riposo, ma la manifestazione ha inizio nella mattinata con la sfilata che delle Contrade che attarversando le strade del paese di Querceta arrivano nella chiesa dedicata a Santa Maria Lauretana dove si celebra la tradizionale messa, per poi sfilare di nuovo verso Piazza Matteotti dove avviene la lettura dei bandi di sfida delle otto contrade e la benedizione dei micci e fantini che da li a poco si contenderanno l’ambito gonfalone.

Il Corteo Storico

Corteo Storico (58° Palio dei Micci - 2013)

Scorcio del Corteo Storico della nostra Contrada nel 58° Palio dei Micci (2013)

Anche per il “Corteo Storico” propriamente detto, per lungo tempo non è stata prevista alcuna premiazione. A colmare questa lacuna, dal 2002, ogni anno, un’apposita Giuria composta da membri qualificati, esamina le sfilate e stila la relativa classifica. Per questo motivo le Contrade curano ogni singolo indumento con particolare attenzione ai minimi dettagli, e stuoli di sarte, stilisti, artisti in genere, ma anche semplici ma appassionati autodidatti, seguono quasi maniacalmente sia la nascita del singolo costume che lo sviluppo dell’intero corteo storico.
La sfilata viene aperta dalla contrada vincitrice alla corsa dei micci dell’edizione precedente; le restanti sette contrade, invece, sfilano secondo un ordine di sorteggio stabilito in precedenza.

Corteo Storico (26° Palio dei Micci - 1981)

Un momento del Corteo Storico durante il 26° Palio dei Micci (1981)

Lo spettacolo assume dimensioni colossali. Migliaia di persone vestono per un giorno i panni di dame, cavalieri, armigeri, paggi e sfilando con i colori della propria contrada danno vita ad una fantastica e suggestiva parata ricca di colori, di musiche, di canti e di gioia. Ognuno recita “a soggetto”, amplificando il senso dell’ironia e del grottesco. Sfilano e si esibiscono anche gli oltre 400 tra tamburini, chiarne e sbandieratori.
Il piazzamento riportato in questa classifica, unito a quello ottenuto nel Premio per il “Tema”, darà poi origine alla classifica combinata.
Al vincitore di questa sarà assegnata, quale simbolo del primato, una “Alabarda d’Oro”.

Il Trofeo “Fratelli Meccheri”

Istituito a partire dal 1982 per volere della Contrada del Ponte, il Trofeo Meccheri viene assegnato al miglior “Gruppo Musici” all’interno del Corteo Storico, valutato da un’apposita Giuria. L’ambitissimo riconoscimento, materialmente, consiste in una scultura lignea raffigurante un tamburino o, come oramai i Contradaioli amano chiamarlo, “il Bimbino”.
Questo premio è a ricordo della terribile serata di sabato 21 febbraio 1982, quando, poco prima della mezzanotte, un tragico incidente, avvenuto sulla via di scorrimento veloce nei pressi del locale svincolo autostradale della “A12”, segnò il destino di una famiglia e non solo.
Di ritorno da una festa rionale del Carnevale di  Viareggio, trovarono la morte in un tremendo scontro tra la loro Fiat 126 ed una BMW sportiva, tre fratelli, Francesca, Stefano e Silvia Meccheri, rispettivamente di 22, di 20 e di 17 anni. I tre, molto conosciuti nella zona di Querceta, erano attivi Contradaioli del Ponte. Il fatto, ovviamente, suscitò sgomento in tutto il mondo del Palio.

Il Tema

Tema (57° Palio dei Micci - 2012)

Una fase del tema della Contrada “La Madonnina” nel 57° Palio dei Micci (2012)

Il Premio così denominato (ma molti lo chiamano anche “Soggetto”, oppure “Scena”) nasce solamente nel 1991.  Negli anni precedenti la classifica era unica e scaturiva dalla ponderata valutazione della “Sfilata” propriamente detta e quanto ogni singola Contrada riusciva a realizzare separatamente, o meno, da quest’ultima.
Inizialmente, le rappresentazioni si svilupparono su “canovacci” abbastanza semplici e non impiegavano molti Contradaioli. Col passare del tempo però, queste si sono fatte sempre più complesse richiedendo un numero sempre maggiore di “attori”, sino ad arrivare ai giorni nostri in cui non è raro vedere impegnate Contrade dove il numero massimo di “costumanti” ammessi (ad oggi, 325 unità), è pressoché equamente diviso tra quelli partecipanti al “Corteo Storico” e quelli impegnati nel “Tema”.

Tema Contrada La Madonnina (38° Palio dei Micci - 1993)

Particolare del tema della nostra Contrada durante il 38° Palio dei Micci (1993)

Dal 1991 quindi, la Pro-Loco, ha ritenuto giusto prevedere uno specifico riconoscimento per questo particolare momento del nostro Palio.
Mentre per il “Corteo Storico”, le Contrade non hanno molta “libertà d’azione” perché devono attenersi al proprio periodo storico di riferimento, nel “Tema” invece la fantasia la fa da padrona, ed ogni anno i Contradaioli cercano di superarsi in originalità, bellezza e ricerca del “colpo ad effetto” rievocando vicende del lontano passato, sospese tra realtà e fantasia, ambientati nel periodo storico (solitamente l’alto medioevo) al quale ogni singola contrada si ispira.
Corteo Storico e Tema vengono esibiti contemporaneamente: le rappresentazioni avvengono al centro del campo, mentre la sfilata in costume storico, scorre sulla pista di atletica ai bordi del campo sportivo.

L’apoteosi del Palio

Esibizione sbandieratori e musici (60° Palio dei Micci - 2015)

Esibizione collettiva di sbandieratori e musici durante il 60° Palio dei Micci. Per l’occasione fu disegnato un grande 60.

Al termine dei cortei storici, il campo è lasciato alla coreografia collettiva dei gruppi sbandieratori e musici delle otto contrade, per quella che il poeta Silvano Alessandrini amava definire “l’apoteosi del Palio”. I ragazzi di tutte le contrade entrano nel campo: decine di tamburi e chiarine suonano all’unisono, centinaia di sbandieratori muovono le bandiere e le fanno volteggiare nell’aria. È uno dei momenti più suggestivi della manifestazione, appunto l’apoteosi del Palio, facendo riferimento a quel messaggio di amicizia trasversale che, nonostante le rivalità, rappresenta il fondamentale spirito della manifestazione. In un’atmosfera suggestiva, tra colori e melodie d’accompagnamento di tamburi e chiarine, alle migliaia di spettatori presenti sembrerà di essere tornati indietro di secoli, ai tempi del Medioevo e del Rinascimento.
In contemporanea all’esibizione degli sbandieratori e musici, avviene da parte delle contrade che li detengono, la riconsegna dei premi vinti l’edizione precedente, ovvero Palio, Alabarda d’Oro e Trofeo Meccheri che, attraverso il bando di sfida letto dai rappresentanti delle contrada, vengono messi di nuovo in Palio per l’edizione corrente.

La Corsa Dei Micci

57° Palio dei Micci (2012)

Una fase della corsa del 57° Palio dei Micci (2012)

Il Palio dei Micci si conclude con la corsa degli asini (appunto, i micci): esilarante e sempre piena di colpi di scena.
Il ricorso a questo cocciuto ed imprevedibile animale era, in origine, sia la conferma dello spirito anarcoide dei versiliesi, sia la volontà di porre in ridicolo il senso di sfida. Ma i contradaioli hanno nelle vene sangue toscano. Amano la fazione. Si crogiolano nel ricordo dei “guelfi” e dei “ghibellini”, dei “bianchi” e dei “neri”. Anche per loro la Contrada viene prima di tutto e per essa sono disposti a compiere sacrifici diversamente non sopportabili. La sostengono nel Palio ed in tutte le altre manifestazioni che anticipano e che seguono il Palio stesso. C’è, insomma, molta passione e partecipazione emotiva. Per questo, un miccio, fa sognare o scatena la pugna.
Con l’impiego negli ultimi anni di micci abituati alla competizione, la corsa è diventata sempre più agguerrita e spettacolare.

59° Palio dei Micci (2014)

Il fantino Angelo Oppito in una fase della corsa durante il 59° Palio dei Micci (2014)

Il regolamento prevede una votazione fra le Contrade e la Pro-Loco Querceta ogni cinque anni per scegliere tra le modalità “Miccio a Sorteggio” o “Miccio di Contrada”.
Solitamente la ricerca dei micci con il quale correre il Palio è di stretta pertinenza delle Contrade, ma ci sono state edizioni (per la precisione venti), in cui l’onere del reclutamento degli animali risultò essere a carico della Pro-Loco. Questa poi, per sorteggio, li assegnava alle Contrade.
I periodi interessati da questo modus operandi sono stati: il 1959; dal 1972 al 1978 (compresi); e dal 1986 al 1997 (compresi) per tornare di nuovo, dopo 20 anni, con il 63° Palio dei Micci del 2018.
La corsa del Palio dei Micci, ha luogo nel tardo pomeriggio, comprende sei giri di pista per circa 1800 metri (lunghezza notevole ed inusuale per una gara di asini) in un circuito ad anello all’interno del prato verde, dove gli otto fantini con i loro micci, prendono in mano la sorte delle contrade, facendo tutto il possibile per conquistare il gradino più alto del podio e vedere i propri colori trionfare, fra le grida e le urla dei contradaioli e del pubblico entusiasmato e divertito.
La contrada vincitrice conserva il “Palio”, ovvero un gonfalone pitturato raffigurante la sacra famiglia in fuga, per un anno nella propria sede, acquisendo così il diritto di aprire le sfilate alla successiva edizione.

I Premi

Il gonfalone del Palio dei Micci

L’attuale gonfalone del Palio dei Micci, il terzo della storia, anche questo, come i primi due, dipinto dal Madonninese Alfieri Tessa

Al termine della manifestazione, in un clima di agitazione, avviene la consegna dei diversi premi nelle mani dei contradaioli.
Tra i premi più importanti trova posto l’Alabarda d’Oro: premio che va alla contrada che ottiene il miglior punteggio in una combinata tra corteo storico e tema. La Contrada vincitrice dell’Alabarda d’Oro potrà conservarla fino all’anno seguente, quando poi verrà messa nuovamente in palio.
Viene quindi assegnato il Trofeo Meccheri al miglior Gruppo Musici: la Contrada che per prima risulterà vincitrice di questa speciale classifica per tre edizioni (anche non consecutive), si aggiudicherà in via definitiva la statuetta. Con l’anno seguente ne sarà scolpita una nuova, posta di nuovo in Palio, e così via.
Ed infine avviene la consegna del gonfalone del Palio, il premio più ambito e importante per ogni Contrada. L’attuale gonfalone, disegnato dal madonninese Alfieri Tessa (così come i due precedenti), viene utilizzato dall’anno 2000. La Contrada vincitrice potrà conservarlo presso la proprio sede fino all’anno seguente ed apporrà su di esso il proprio stemma, come simbolo del Palio conquistato e acquisendo il diritto di aprire la successiva edizione del Palio dei Micci.
La tradizione vuole che i vincitori dei vari premi festeggino con “caroselli” di auto imbandierate che, partendo in colonna dal  territorio della “propria” Contrada, vi faranno ritorno solo dopo aver raggiunto, nel “viaggio”, i territori delle Consorelle, segnalando il loro passaggio con abbondante frastuono di clacson, trombe e tamburi.

Riconoscimenti

In occasione della 28° edizione, dopo anni di severo impegno e rinnovamento, il Palio dei Micci ha ricevuto il riconoscimento più alto e più ambito dal Presidente della Repubblica. La medaglia d’argento, inviata da Sandro Pertini, ha riempito giustamente d’orgoglio gli abitanti delle otto Contrade, gli organizzatori e la gente di Versilia che sostiene con calore il Palio.

Il Palio Dei Palii

Palio Straordinario

Il Gonfalone del Palio dei Palii, disputato nel cinquantennale del Palio dei Micci di Querceta

Il 25 settembre 2005, in occasione della cinquantesima edizione della manifestazione, fu organizzato dalla Pro-Loco Querceta un Palio Straordinario denominato “Palio dei Palii”: oltre alle otto contrade del Palio dei Micci, vi presero parte altri nove gruppi in rappresentanza di altrettante manifestazioni in cui la corsa del Palio è effettuata con asini, cioè: Ferrara, Romano d’Ezzelino (VI), Bereguardo (PV), Cameri (NO), Torrita di Siena (SI), Roccastrada (GR), Orani (NU), Cuccaro Vetere (SA) e Perfugas (SS).
Con 17 pretendenti in gara, la competizione si svolse “a batterie”, con l’eliminazione, via via, dei peggiori classificati. Quel Palio fu vinto dalla rappresentante del Palio di Ferrara: la giovane fantina Martina Righi sul miccio “Piccione”. Al secondo posto si classificò la Contrada del Ponte con il fantino Gianluca Galleni.

Le Altre Manifestazioni Nate Intorno Al Palio dei Micci

Dal giorno della nascita del Palio dei Micci, lo spirito campanilistico e la sana rivalità hanno portato all’organizzazione di altre manifestazioni legate ad esso, alcune delle quali hanno avuto vita breve, mentre altre sono entrate a far parte della tradizione e continuano a svolgersi regolarmente ogni anno: il Festival del “Miccio Canterino”, la Staffetta Podisticai Giochi delle Bandiere, il Torneo di CalcioMiss Palio, organizzati dalla Pro-Loco di Querceta sono diventati gli appuntamenti fissi annuali sui quali si misura l’agonismo e l’ardore delle otto contrade.
Durante l’estate le contrade allestiscono inoltre delle sagre di prodotti tipici, che al momento rappresentano la più importante forma di finanziamento, che permette alle Contrade di affrontare tutta la stagione seguente.

Le Nostre Vittorie

Vittoria alabarda d'oro (16° Palio dei Micci - 1971)

Nel 16° Palio dei Micci del 1971 la Contrada La Madonnina vince per la prima volta nella storia l’alabarda d’oro.

La Contrada “La Madonnina” ha al suo attivo tre vittorie nella classifica dell’alabarda d’oro, ottenute nella 16° Edizione del Palio dei Micci del 1971 ex-equo con la Contrada “La Quercia”; nel 1980, ancora ex-equo con la Contrada “La Quercia”; e infine nel 1990. Tutte precedenti, quindi, all’introduzione delle singole classifiche per il miglior tema (1991) e per il miglior corteo storico (2002), classifiche nelle quali per il momento la nostra contrada non è ancora riuscita ad ottenere il primo posto, così come manca ancora nel nostro palmares il Trofeo Meccheri, dedicato al miglior gruppo tamburini del Palio dei Micci.

Rolando Dami (2° Palio dei Micci - 1957)

Il fantino Rolando Dami sulla miccia “Mora” conquista la prima storica vittoria nella corsa per la Contrada “La Madonnina” nella 2° Edizione del Palio dei Micci (1957), la prima a cui ha partecipato la nostra Contrada.

Ma è proprio il premio più ambito ed importante fra tutti, la corsa dei micci, dove tradizionalmente la Contrada “La Madonnina” si dimostra più agguerrita, detenendo attualmente il record di vittorie tra tutte le contrade, tredici, ottenute con i fantini Rolando Dami sulla miccia “Mora” (1957); Evaristo Angeli, ancora sulla miccia “Mora” (1958 e unico madonninese vincente); Loreno Giannini, il primo ad ottenere due vittorie con la nostra contrada: sul miccio “Corona” (1962) e sul miccio “Antoine” (1967); Alberto Conti sul miccio “Volasco” (1978); Angelo Oppito sulla miccia “Beppa” (1980); Marino Bresciani sul miccio “Paco” (1984); ed ancora Angelo Oppito sul miccio “Forlana” (1991), sul miccio “Mazzetta” (1992), sul miccio “Cusani” (1994), ed infine sul miccio “Merlino” (2002, 2003 e 2005).

Angelo Oppito e la "Beppa" (25° Palio dei Micci - 1980)

Angelo Oppito e la miccia “Beppa” tagliano vittoriosi il traguardo del 25° Palio dei Micci (1980)

Proprio Angelo Oppito, con otto vittorie personali, è a ragione considerato da tutti il “Re del Palio”, detenendo il record di vittorie assoluto fra i fantini nella storia della nostra manifestazione; infatti alle sette vittorie con la nostra contrada va aggiunta la vittoria del 1979 con la contrada de “Il Leon d’Oro” (errore di gioventù :-D).
Durante il legame tra il fantino Angelo Oppito e la nostra contrada, due sono i successi che ci piace ricordare con grande orgoglio, le vittorie nel 25° (1980) e nel 50° Palio dei Micci (2005) che resteranno per sempre nella storia della Contrada “La Madonnina”, di Angelo, e dell’intero Palio dei Micci, ottenute rispettivamente con la miccia “Beppa” ed il miccio “Merlino” (vincente anche nel 2002, 2003) entrambi rimasti nel cuore di tutti i nostri contradaioli.

Albi

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