Madonnina dei Pagliai: Tra Storia e Leggenda

La storia de “La Madonnina dei Pagliai”

Le vicende storiche del territorio de “La Madonnina dei Pagliai” sono le stesse di Querceta. Del resto anche questa Contrada ha parte del proprio territorio nel centro abitato.
Il territorio ha avuto numerose trasformazioni nel corso dei secoli: in epoca romana faceva parte del reticolato di centuriazione, nel medioevo, gli storici sono concordi nel ritenere che vicino a essa sorgesse l’antico Borgo di Brancagliana o Brancagliano, ch’era situato fra il lago di Porta e Ponterosso, e che fu distrutto una prima volta dai lucchesi nel 1170, il 23 aprile, con 500 cavalieri e 2000 pedoni capitanati dal Console Rolando, come dice il cronista Tolomeo: – 500 milites cum magna turba populi –, e poi definitivamente forse nel secolo XIII, durante le frequentissime guerre fra le città toscane.

Scrive Vincenzo Santini, massimo storico versiliese, nei suoi “commentari storici sulla versilia antica e moderna” del 1845:

Madonnina dei Pagliai - Commentari storici sulla versilia antica e moderna

Vincenzo Santini – Commentari storici sulla versilia antica e moderna (1845)

“Il Borgo di Brancagliana in Versilia sulla via romea a destra del Vesidia, a un quarto di miglio da quel torrente, era dei signori di Corvaia e di Vallecchia, che a forma di privilegi imperiali vi esercitavano il diritto di pedaggio, di cui un tempo parteciparono anche i Vescovi di Luni. Perché impedimento al libero transito della contrada, fu causa di guerra fra Lucca ed i Signorotti versigliesi.”

Collocando quindi il Borgo di Brancagliana, quasi sicuramente dove oggi si trovano Ponterosso e la chiesa di San Bartolomeo. La chiesa, già conosciuta nel 1220 sarebbe stata ricostruita sulle rovine di quella più antica e assai più ampia e maestosa del Borgo di Brancagliana, e vicino vi era il cimitero o necropoli di detto borgo. La chiesa fu di nuovo distrutta nel 24 Luglio del 1944 dopo un bombardamento aereo e fu ricostruita nell’immediato 1950.

“La Madonnina dei Pagliai”, attraversata così come Querceta dalla via Romea, situata a poche centinaia di metri da Brancagliana, fu quasi certamente influenzata dalle vicende dell’antico borgo e coinvolta nella sua totale distruzione. Ma la vita riprese quasi subito e seguì di pari passo lo sviluppo di Querceta. Interessanti anche i riferimenti al passato romanico della località. La suddivisione agraria dei terreni in epoca romana consisteva nel tracciare un reticolo di linee equidistanti e riconoscibili in strade, canali, fossi e muri. Ebbene, come ricorda Leopoldo Belli nel saggio “aspetti della colonizzazione romana in Versilia”, “resti di muri e cumuli di sassi”, indicativi di un cardine della centuriazione, “sono rilevabili… nei pressi di Querceta, lungo le vie Madonnina e Fiumetto”. Anche per la Madonnina il dato storico più attendibile risale però a non più di trecento anni fa. Il borgo si ingrandì ai fianchi della stradina romana, e le famiglie si moltiplicarono dando impulso soprattutto alle produzioni agricole ed alla coltura dell’olivo.

Contrada Madonnina dei Pagliai: la leggenda

Quadretto de La Madonnina dei Pagliai

La riproduzione, su lastra di lavagna, del Quadretto originale conservato all’interno della chiesina

Ad una leggenda di natura divina è invece legata la nascita della Contrada:

“Nel lontano 1347 in un radioso mattino di primavera, una giovane contadinella di nome Geltrude, mentre si trovava nei campi ad accudire le sue bestie, fu attratta da un raggio di luce proveniente da un vicino pagliaio. La giovane fanciulla si avvicinò incuriosita e vide un quadretto della Madonna che rifletteva la luce solare a mò di specchio. Non passò molto tempo che il quadro fu esposto alla preghiera dei pellegrini in una marginetta lungo la strada che porta a Roma.”

La contrada oggi

La Chiesina de La Madonnina dei Pagliai

La “chiesina” sulla Via Aurelia

Seppur ci fu un timido tentativo di partecipazione al 1° Palio dei Micci del 1956, la contrada come oggi la conosciamo nasce il 2 febbraio 1957, da un’idea di Alfieri Tessa, grazie all’appoggio ed al finanziamento del Cavaliere Landi Giocondo che ne diventò il primo Presidente, con l’intento di partecipare al 1° Festival del Miccio Canterino. In seguito fece il suo esordio, vincendo, alla 2° Edizione del Palio dei Micci di Querceta del 1957 che ripetè il risultato pure l’edizione seguente. Inizialmente riconosciuta con il nome Contrada Madonnina dei Pagliai, ha assunto in seguito il semplice nome di: Contrada La Madonnina.

Oggi il volto urbano de “La Madonnina dei Pagliai” è rimasto pressoché intatto. L’espansione edilizia ha seguito ritmi piuttosto lenti. Il poco che è stato fatto si trova soprattutto a fianco della statale Aurelia, vicino all’antico crocicchio, dove, la marginetta narrata nella leggenda con il tempo si è trasformata in una piccola chiesa costruita nel 1922 che ancora oggi può essere vista lungo la Via Aurelia, vicino a dove è collocata la sede sociale della piccola/grande Contrada de “La Madonnina”.
All’interno della chiesina è possibile ammirare dietro all’altare un quadro dipinto su lastra di lavagna che riproduce l’originale quadretto narrato nella leggenda, che, di misura ben più ridotta rispetto alla sua riproduzione, è purtroppo oggi perduto.

La Contrada La Madonnina ha ottenuto negli anni numerose vittorie e piazzamenti nelle manifestazioni organizzate dalla Pro-Loco Querceta, e detiene con 13 affermazioni, il primo posto nell’albo d’oro della corsa del Palio dei Micci, la manifestazione principale, dalla quale sono nate tutta una serie di altri eventi collaterali, e di cui ha scritto la storia vincendo l’edizione del 25° e quella del 50° anniversario, vittorie ottenute tra l’altro con lo stesso fantino, Angelo Oppito, che con le sue 8 vittorie (7 con la nostra contrada) e le numerose partecipazioni e piazzamenti, è considerato l’indiscusso “Re del Palio”.

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